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martedì 31 maggio 2011

FONOTECA intervista al fondatore

Partire da una vetrina vuota e buia, per poi arrivare a uno stanzone luminoso e addobbato, pieno di oggettuncoli di rara bellezza e dove scorgere anche qualcosa a buon mercato deve nascondere (se non sembrare) un grande percorso. Io nel '91 non ero ancora nato ma posso immaginare come fosse: un negozio di dischi con una clientela più o meno fidata e sempre più nuove facce conosciute a entrare e scrutare le scaffalature. Poi che per il costo dell'affitto si sia fatto il vuoto nelle tasche e si sia presa tutta quella mole di dischi introvabile su per via scarlatti fino a via Morghen, magari passando per Cimarosa per evitare il flusso di Vanvitelli. Una volta abituati al posto, il negozio ha attratto un gruppo di clienti assidui che hanno preso ad occupare il fronte del locale e i proprietari, compassionevoli e gentili, hanno ben pensato di confluire quel nomadismo all'interno arrangiando una caffetteria. Non l'avessero mai fatto, da quel giorno fonoteca è uno dei negozi più 'inn' del vomeretto. Un'atmosfera lounge pervade l'aria e l'arredamento, mentre i divanetti stracolmi di gente hanno piccolissime macchioline di caffè, servito nella saletta a fianco. Nonostante l'età non ha ancora perso lo charme e la funzione di negozietto di compra-vendita di dischi e ora che è spesso aperto la notte con i dj set, continua a farlo anche con la luna. Anche se io lo preferisco d'estate, quando sono tutti in vacanza e posso dare gli appuntamenti lì o addormentarmi sulle poltroncine monocromo, che non posso proprio criticare.
LorenzoBuongiovanni

Fonoteca in via Morghen
INTERVISTA COL FONDATORE
Il contattto diretto con la clientela c'è, peccato per l'allaccio al web...

Per questo abbiamo una motivazione ben precisa perchè questo è un luogo fisico, non virtuale, anche se oggi è fondamentale comunicare tramite il web e anche se in parte lo facciamo a seconda del genio e della voglia del momento, però fondamentalmente fonoteca è un luogo che esiste dal 1991 e diciamo tutti i napoletani e anche tantissima gente che viene dal mondo, gradiscono il fatto di venire qua e di trovare appunto un contatto umano e fisico con tutto ciò che trattiamo. E l'aver fatto un bar all'interno è stata una scelta maturata negli anni perchè appunto noi prima siamo stati a via scarlatti fino al 96 e avevamo preso il locale proprio per fare questa cosa qua.

Quindi l'idea era questa dall'inizio o il negozio ha preso vita da sè?

Il negozio di musica è nato nel 91 prima era un noleggio di compact disc, poi con il primo governo berlusconi nel 94 che ha vietato il noleggio completamente, si è trasformato in un negozio di compra-vendita sia cd che vinile. Poi siamo andati via da scarlatti e abbiamo cercato un posto più grande proprio per pensare di fare altre attività, facevamo infatti esposizioni di foto, quadri, senza avere il bar. poi quando abbiamo capito che chiamavamo il bar affianco almeno una trentina di volte al giorno, abbiamo detto: vabhè facciamolo qua il bar, anche se già prima del 2004 (20 Novembre) era un luogo di aggregazione che tra l'altro si auto alimentava, perché sinceramente le persone che entravano erano gli stessi musicisti di cui vendevamo i dischi e questo è stato anche un richiamo verso tutta la gente di Napoli che si interessa di musica in maniera più attenta.

fonoteca interno
Le mostre e gli eventi che organizzate hanno tutti un "perché" comune alla base oppure...

L'idea è di dare uno spazio a tutti quelli che non ce l'hanno. Musica indipendente, artisti che vogliono comunicare in maniera libera, senza vincoli la propria arte, o che sia un artista noto o meno noto, l'importante è che vengano con lo stesso spirito di arrivare alla gente in maniera libera e incondizionata.

Come si chiama la mente alla radice di fonoteca... Hai un nome?

Sono io, ma a me non piace uscire, fare il protagonista. Non per niente ma per reazione a quello che fonoteca era stata prima... oggi fonoteca è un luogo comune, come può esserlo una libreria o una macelleria ed è di libero accesso a tutti quanti, non c'è nessun biglietto di ingresso, solo un luogo aperto. Una definizione bellissima fatta da un giornalista giapponese che ha definito con un italiano un po' strano, questo come uno dei pochi presidi sociali presenti in città. Una cosa molto bella però è difficile lavorare e andare avanti. Ma nonostante tutto riusciamo ancora a stare in piedi, e mi sto grattando mentre lo dico, e fonoteca dal '91 va avanti e andrà ancora avanti per tanto tempo.

Grazie Roberto buonappetito!

Grazie a te


A PRESTO CON LE FOTO INTERNE DEL LOCALE

giovedì 26 maggio 2011

FENOMENI MEDIATICI DI ANARCHICA INDIPENDENZA: CinicoTv

Gli schetch geniali di Cinico Tv. Qui il dialogo surreale con l'uccello di uno stupratore.


In rari e unici casi si riesce a superare le aspettative di una fascia di (tele)spettatori delusa ma speranzosa, critica ed esigente. Nel 1992 nasceva su rai tre una inspiegabilmente nuova forma di comicità sotto il nome di "cinicotv" di cui ora internet è stracolmo dei suoi schetch, quasi più delle apparizioni di Mina. Il format di alcuni brani a serata si spostò dal trash di Blob della televisione nazionale, passando ad "Avanzi" e La7, per poi spegnersi nel '96, con alta probabilità per i suoi temi forti e il cinismo sulla visione di un mondo squallido, di soli personaggi maschili, che "meglio" interpretano un disagio sociale ed emozionale. Nello scenario in bianco e nero di una Sicilia povera, metaspaziale e metatemporale che è impossibile non associare alla contemporaneità, all'epoca gli anni 90, Daniele Ciprì e Franco Maresco sperimentano i loro personaggi ignoranti, incompresi, dalla arguta furbizia e innocente rassegnazione, tra cui i ridicoli fratelli Franco e Rosolino Abbate, il triste e afono Marcello Miranda, lo sconclusionato Giuseppe Filangeri, l'incomprensibile semi-afasico Fortunato Cirrincione e Natale Lauria, gli ultimi due dei quali interpreti ormai morti. Una voce narrante da una misteriosa regia dialoga con i protagonisti sulla scena in una fotografia statica, che squadra i personaggi, provocando gli spettatori, incuriositi, stimolati da una forma di comunicazione che sfocia nell'arte cinematografica. Oltre lo schetch che ho postato, consiglio di vedere anche "Signò Belluscone", strappalacrime, di cui qui il link youtube.
LorenzoBuongiovanni

mercoledì 25 maggio 2011